giovedì 13 febbraio 2014

Stampante 3D open-source Prusa i3: software di stampa, firmware, taratura motori, test di movimentazione e prima stampa “virtuale”

Rieccoci a parlare del nostro progetto di stampante 3D “fatta in casa”.
Dopo aver completato il cablaggio della scheda di controllo:


ed aver fissato i sensori di fine corsa (endstop) sui tre assi:


l’ultimo ostacolo che abbiamo dovuto superare per poter “accendere” la nostra prusa è stato quello di riuscire ad avviare l’alimentatore pur non disponendo quest’ultimo di un interruttore.
Fortunatamente, grazie a questa utilissima e veloce guida, siamo riusciti a creare un ponticello sui connettori Molex dell’alimentatore (ricavato da un vecchio pc) così da ottenere un corto circuito che permettesse l’accensione semplicemente collegando l’alimentatore alla rete elettrica.
Fatto ciò, per governare la nostra prusa i3 dal pc mancava solo un firmware. Oggi, l’unico (o comunque uno dei pochi) compatibile con la nostra scheda di controllo Minitronics 1.0, è il Marlin 1.0.
Anche in questo caso ci siamo avvalsi di un ottimo tutorial che ci ha aiutati a capire come caricare il firmware sulla nostra scheda tramite il software di Arduino.
Per quanto riguarda, invece, il software di stampa, abbiamo optato per l’accoppiata “Pronterface + Slic3r” (manuali disponibili rispettivamente qui e qui).
Ultimati questi fondamentali passaggi, abbiamo collegato il tutto alla rete elettrica e verificato la presenza di malfunzionamenti dovuti ad eventuali errori nei collegamenti.
Vinta questa paura e l’emozione nel vedere per la prima volta lampeggiare i led della scheda di controllo (che ci confermavano il corretto caricamento del firmware), abbiamo avviato Pronterface e collegato la stampante al pc tramite usb.
Grazie al joystick virtuale di Pronterface, abbiamo quindi testato i motori facendogli eseguire dei piccoli spostamenti.



Entusiasti nel vedere la nostra prusa compiere finalmente i suoi “primi passi”, abbiamo subito provveduto a tarare/calibrare i motori.
Verificata la taratura dei motori (misurando gli spostamenti con un calibro) e la quantità di filamento estruso rispetto al comando da noi imposto, 



abbiamo apportato gli ultimi aggiustamenti così da affinare ancora di più la precisione di stampa.
L’ultimo test di movimentazione ha riguardato i sensori di fine corsa.
Da Pronterface, lanciando il comando di “posizione home”, abbiamo controllato se i sensori di fine corsa (endstop), una volta premuti dalla base e dal supporto dell’estrusore, interrompessero il circuito in modo tale da bloccare i motori.



Soddisfatti del risultato, abbiamo subito voluto provare a lanciare una stampa “virtuale”.
Questo tipo di stampa serve per testare semplicemente il funzionamento dei motori e rendersi conto di quali spostamenti effettua la stampante nello spazio, infatti viene detto “virtuale” perché non viene caricato il filamento e di conseguenza non viene prodotto nessun oggetto reale.
Per poter eseguire una stampa virtuale, bisogna impostare la temperatura dell’estrusore a 0 gradi centigradi, e disattivare il blocco di sicurezza che previene l’estrusione a freddo (impostando la temperatura minima di estrusione a 0 gradi celsius).
Fatti questi accorgimenti, abbiamo caricato un file .stl a caso e lanciato la stampa.



Nel prossimo post ci concentreremo sull’estrusore, sul montaggio dell’hotend e sulla prima prova di stampa vera e propria.

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